domenica 13 ottobre 2013

IL MIO CALCIO / DARIO DRAGO

LA PAGINA DELLO SPORTBARESE DE LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO, HA OSPITATO, GIOVEDì 10 OTTOBRE, LA STORIA DI DARIO DRAGO, UN ALTRO DEI NOSTRI CALCIATORI MIGRANTI



Il treno per la Svizzera è partito ieri sera. Come ogni giorno. Stavolta porta (anzi, riporta) nella patria del cioccolato e delle banche un emigrante molto particolare. <A trent’anni sto bene fisicamente, ritengo di essere ancora in grado di giocare a certi livelli. In Svizzera ho ancora ottimi agganci. Lì possono darmi la possibilità di continuare a fare il professionista>. Dario Drago ha la strada segnata. Che porta a Yverdon-les-Bains. Il calciatore barese è convinto di poter nuovamente giocare nella Challenge League, la Serie B della Confederazione. In Svizzera, d’altro canto, ha giocato a lungo. <Dopo la stagione di Avezzano, in D, nel 2006 – racconta Drago -, trovai il modo per accasarmi prima al Baulmes, quand’era in C, poi nello Schaffausen. Sono stati mesi difficili. Poi, finalmente, è arrivato il contratto con il Losanna>. Nella compagine romanda 90 presenze e 26 gol tra il 2007 e il 2010. <Costruirono la squadra che li avrebbe riportati in Super League e in Europa. Sono stati anni bellissimi. Poi sono passato al Baulmes e quindi, per motivi personali, ho dovuto lasciare la Svizzera>. Nell’estate 2011 non resiste alle sirene di Salvatore De Lorenzis, patron del Racale. I salentini d’Eccellenza provano a far tremare la Puglia senza riuscirci. Drago va 7 volte a segno. Dopo una fugace apparizione nel Verbano, <questa estate non è stata la migliore – ricorda -. Ero convinto di poter giocare in Italia. Purtroppo, soprattutto tra i dilettanti, non ci sono più certezze. Il calcio è cambiato in peggio e io non mi ci ritrovo. Un’offerta seria è arrivata da Agostino Divella, a Mola>. Proprio quel Divella che, tra il 2002 e il 2005, aveva scommesso sull’attaccante più veloce di Puglia, che aveva sfondato con la Rappresentativa di Placella e Cannone in Sicilia. <Bella avventura, con Gepi Pugliese (esterno sinistro passato dal Noicattaro al Varese in B, quindi al Verona, sempre nella serie cadetta). A Divella e a Sergio Notariale, uno dei migliori allenatori che ho avuto, devo molto>.
Eppoi c'è il capitolo Bari. Sarà pure presuntuoso, ma Dario è convinto che con Ciccio Caputo avrebbe formato una coppia da 20-30 gol. <Non lo nego: ho aspettato a lungo una telefonata che non è mai arrivata. Mi dispiace. Veramente>.
Torniamo al Mola di oggi. Perché no? <Non vorrei passare per presuntuoso. Ritengo di poter ancora giocare ad alti livelli. La velocità c’è tutta, la voglia ancora di più>. Da buon migrante del calcio, Drago torna a cercar fortuna nel pallone con la croce bianca. Che è fondamentalmente diverso dal nostro. <C’è molta meno pressione. È molto seguito, soprattutto dagli emigranti italiani, turchi e slavi, ma non sei assillato come in Italia fino alle serie inferiori. E poi si dà spazio ai giovani. C’è una cultura sportiva che consente ai più giovani di giocare anche nella massima serie. Vedi Basilea, in Champions: tanti giovani, senza preoccupazioni e con buoni risultati>.
In Eccellenza Molfetta o Andria? Oppure Mola? <Tifo Mola anche perché ho tanti amici, tra cui Giulio Mastrolonardo. Ma la squadra più forte è l’Andria. Con Ragno troverà prima l’amalgama. È squadra tutta nuova, ci vuole un po’ più di tempo. Per il resto, Molfetta è forte. Con Renato Bartoli (difensore centrale della Libertas, ndr) ho fatto l’intera trafila nel Bari. Mi farebbe piacere vederla promossa in D>.

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