domenica 8 settembre 2013

TOH, CHI SI VEDE, IL PAPA! BUON GIORNO, FRANCESCO

Vito Grittani mi racconta un recente episodio vissuto in prima persona. Che, ancora una volta, testimonia della semplicità dei gesti  di papa Bergoglio. Accompagnato da sua fratello Domenico, lo scorso 9 agosto, si è recato in Vaticano per ritirare alcune centinaia di copie dell'Osservatore Romano uscito in edizione straordinaria a marzo in occasione della elezione del papa argentino. Copie che sarebbero poi state distribuite gratuitamente nel corso di una mostra allestita ad Avetrana con ceramiche da lui stesso commissionate e nel corso della festa in onore della Madonna del Pozzo, a Capurso.

S'avvicina un macchina nera. Non è affatto minacciosa. In quell'angolo della Città del Vaticano si procede a passo d'uomo. Bergoglio, quasi fosse ancora a Buenos Aires, dove si comportava come un qualunque parroco piuttosto che come il primate d'Argentina, chiede all'autista di rallentare. Ha visto Domenico Grittani e soprattutto il figlio Giuseppe (vivono con la madre polacca a Francoforte sul Meno, in Germania, in Italia per una breve vacanza). Bergoglio, senza alcun problema, protende la mano, sorride con quel suo sorriso disarmato e  salute i due, imbarazzati, ma affatto sorpresi dalla gentilezza di quell'uomo tanto reale da apparire sovrannaturale per essere il sommo pontefice della chiesa di Roma. Poco dopo, l'incontro con Vito. La gente sullo sfondo assiste ma non appare meravigliata più di tanto che papa Francesco chieda all'autista di fermarsi nuovamente per salutare cordialmente una persona incontrata per caso.
Gesti che appartengono alla straordinarietà dell'umano.
Spero che le sue preghiere (e magari anche le sue azioni sotterranee, attraverso la diplomazia vaticana) convincano Obama (a cui andrebbe revocato il premio Nobel per la pace) inducano i potenti della Terra a non risolvere il caso-Siria ricorrendo alla forza delle armi.

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